A fine settembre sono stata un weekend al mare per godermi l’ultimo sole prima di affrontare l’inverno.
Da anni ogni anno mi concedo, quando mi è possibile, un weekend sulla riviera romagnola e precisamente a Cattolica.
E’ una cittadina piccola ma molto vivace e accogliente, capace di offrire moltissimo: è un posto dove mi rilasso, dove mi sento perfettamente a mio agio, come se fossi a casa, anche se non è la mia terra.
L’aria, le persone, l’atmosfera, la musica un pò ovunque, il cibo e il vino: tutto sa di qualcosa di cui sento il bisogno sempre, che mi fa sentire bene e che mi conquista totalmente.
Dopo essere stata in vacanza in altre località della riviera – Cervia, Cesenatico, Milano Marittima, Rimini e Riccione – mi sono accorta che è Cattolica il posto che in assoluto preferisco, senza nulla togliere a tutte le altre.
Ho imparato a viverla più in profondità e ogni volta ne conosco un pezzetto nuovo che prima mi mancava. Me ne sono innamorata, sì.
Nel corso degli anni, ho trovato i miei posti preferiti dove mi piace andare a mangiare il pesce, come il ristorante Gambero Rozzo e le strutture alberghiere dove mi piace tornare, l’Hotel San Marco e l’Hotel Europa Monetti, a due passi l’uno dall’altro ed entrambi a ridosso del Piazzale 1° Maggio, luogo di eventi all’aperto e spettacoli adiacente a un giardino con bellissime fontane.
A cavallo del ponte del 1° maggio ogni anno si svolge la meravigliosa Festa dei Fiori: tutto il piazzale e le vie immediatamente limitrofi si riempiono di bancarelle in fiore di ogni tipo e colore. Oltre a essere un vero spettacolo per gli occhi, è una vera e propria festa all’aria aperta che festeggia la bella stagione e allo stesso tempo annuncia che l’estate non è più così lontana.
E nelle giornate in cui ho trovato brutto tempo non ho potuto fare a meno di andare a visitare l’Acquario, dentro il Parco Le Navi: l’Acquario è inserito in un complesso di edifici costruiti negli anni ’30, recuperati e ristrutturati, la cui forma ricorda appunto quella di una nave. L’Acquario di Cattolica è davvero immenso e ospita moltissime specie animali dallo squalo ai pinguini. Per me, che sono un’appassionata del mare, è un posto in cui mi meraviglio sempre.
Sono stata a Cattolica anche in inverno, per festeggiare il Capodanno: il mare ha suo fascino anche durante la stagione fredda.
Ogni volta il viaggio richiede circa tre ore, il paesaggio della pianura che scorre lungo l’A1, la speranza di superare lo snodo di Bologna senza incappare nella coda perchè non vedo l’ora di arrivare, per poi finalmente scorgere il casello e l’uscita: ancora qualche chilometro e ci siamo. Nel momento in cui parcheggio la macchina, so che resterà lì per tutto la durata del weekend perché non ne avrò bisogno e intanto con la testa sto già immaginando la grigliata di pesce mentre sento un profumino di piadina calda appena fatta.
E poi c’è il mare.
Ora, per una persona come me che ha una passione per il mare ma vive in un posto dove il mare non c’è, il mare è un desiderio costantemente sveglio, qualcosa che pulsa dentro tutto il tempo, un richiamo continuo senza pause.
Nei mesi di alta stagione, come tutte le località della riviera romagnola, la spiaggia della riviera è attrezzata con ombrelloni e lettini colorati posti ordinatamente in fila. E per nulla ammassati fra loro, come erroneamente si pensa. C’è spazio e rispetto davvero per tutti: giovani, famiglie, coppie e bambini.
Ma a maggio e a settembre, quando ancora i bagni non sono tutti aperti, la spiaggia offre uno spazio infinito per correre, passeggiare con il cane, sedersi nella sabbia a chiacchierare o semplicemente stare lì a guardare il mare.
Che è di un colore azzurro-verde e l’acqua è trasparente.
Molte volte mi sono sentita dire: “Ma perché vai sull’Adriatico? E’ molto meglio il mare della Liguria o quello della Toscana”.
E tutte le volte, prima di rispondere sorrido pensando sempre la stessa cosa: a me piace la spiaggia grande, quella che il mare lo devi raggiungere. Mi piace questa cittadina, la sua gente, l’atmosfera, fatta di piccoli scorci e soprattutto di quell’innata e innegabile propensione all’ospitalità che ogni anno si rinnova per offrire all’ospite qualcosa di più per farlo tornare, quella sensazione familiare che mi fa sentire a casa, che mi accoglie e mi diverte, che mi fa rallentare il ritmo e dove, appena posso, mi rifugio. Felice.